Sustainability driven innovation
Cosa collega l'innovazione aziendale e la sostenibilità? Il concetto di innovazione è fondamentale per molte aziende, che ne incoraggiano e ne sostengono i processi di sviluppo in quanto portatori di evoluzione, miglioramento e successo economico. Quest'ultimo si consegue anche grazie al fatto che l'innovazione è una caratteristica più facilmente riconoscibile dal consumatore, rispetto alla sostenibilità di un prodotto, e per la quale egli è più disponibile a spendere un premium price.
Fu l'economista Joseph A. Schumpeter, già nel 1911, ad introdurre la differenza fondamentale tra invenzione, che non comporta necessariamente l'introduzione sul mercato di un nuovo prodotto o processo, e innovazione. L'innovazione, sia essa radicale o incrementale, è l'implementazione di una novità, sia essa di prodotto o di processo. Tale innovazione può utilizzare nuove conoscenze o nuove tecnologie, oppure si può basare su nuovi usi o combinazioni di conoscenze e tecnologie già esistenti. Ma cosa alimenta veramente l'innovazione? Secondo il nostro modello possiamo tranquillamente affermare che sia l'etica il nutrimento primario dell'innovazione, quel desiderio autentico di servire l'uomo al fine di produrre qualcosa di “buono” e di “bello” a disposizione di tutti. Innovatore infatti è colui che riesce a cambiare punto di vista, sognando un mondo nuovo, diverso, migliore per tutti. Innovatore è colui che si spinge realmente al di la dei confini.
Ogni azienda sceglie di perseguire obiettivi diversi, e a seconda delle proprie vision e mission, decide di investire nel tipo di innovazione che più la rappresenta. Si pensi per esempio al caso dell'innovazione guidata dal design (design-driven innovation), si tratta di una strategia che vuole creare una nuova visione radicale puntando alla scoperta dei bisogni futuri dei consumatori e generando nuovi significati in un mercato dove la tecnologia sembra rappresentare l'unica fonte di innovazione possibile.
Un altro tipo di innovazione è ben spiegata invece da una recente ricerca condotta da Deloitte dove si evince che puntare sulla sostenibilità aumenta significativamente le probabilità di un'azienda di essere innovatrice.
Purtroppo capita spesso che per rispondere ad una domanda di mercato sempre maggiore e per aumentare il valore o l'appeal offerti da un prodotto, il concetto di sostenibilità venga inserito, in modo superficiale, nei programmi di molte aziende. E' in quest'ottica legata alla “vendibilità” del prodotto che viene spesso persa di vista la visione innovativa ed etica portata dalla sostenibilità.
Se per esempio un'azienda promuove i propri prodotti etichettandoli come “ecologici” dimostra di non conoscere il vero valore della sostenibilità e di utilizzare questo concetto solo per acquistare visibilità: non esistono infatti prodotti industriali realmente ecologici, poiché qualsiasi attività umana ha sempre un impatto ambientale. Essere sostenibili non significa pertanto essere ecologici, ma intraprendere un percorso di miglioramento continuo. E' proprio questa ricerca evolutiva che induce ad essere innovativi e che ci fa capire quindi che è proprio la sostenibilità a guidare l'innovazione (= sustainability driven innovation).
Per molti anni, una grande percentuale dell'industria ha avuto come obiettivo principale il profitto, ponendo in secondo piano principi fondamentali come qualità, sicurezza e atossicità dei prodotti e trascurando il rispetto per l'ambiente. Questa consapevolezza ha guidato Valcucine durante il corso degli anni nel realizzare una serie di innovazioni e dimostrando che il miglioramento del prodotto è stato dettato proprio dalla necessità di incrementarne la sostenibilità.
La vision aziendale di Valcucine “Abbiamo un sogno, un mondo senza rifiuti” si è tradotta quindi nel rispetto dei principi cardine dell'ecocompatibilità: dematerializzare, riciclare e riutilizzare, ridurre le emissioni tossiche e garantire lunga durata tecnico-estetica del prodotto.
Molti sono gli esempi di Valcucine per dimostrare che la ricerca per intensificare la sostenibilità è sempre stata promotrice di innovazione, quell'innovazione che è il riflesso di un miglioramento continuo.
Si pensi per esempio ad Artematica che ha rivoluzionato il concetto di anta in cucina: la prima anta al mondo just in time con telaio in alluminio non visibile dall'esterno e con pannello estetico in laminato HPL stratificato da 5mm; la prima anta 100% riciclabile in vetro e alluminio senza telaio e cerniere a vista, e la prima anta con un sistema per convogliare l'acqua senza che essa si bagni. Artematica si è poi evoluta in un'anta ancora più sottile: Ricicla, un'anta a telaio in alluminio e pannello di solo 2mm di spessore, che nel corso del tempo si è evoluta poi ancora in Riciclantica, una nuova anta monomaterica, 100% in alluminio e pannello estetico di 2mm.
Oggi innovare non significa solo coniugare funzionalità ed estetica, ma anche adottare un uso consapevole della materia: è così che si è arrivati all'elaborazione delle nuove basi in vetro riciclabili al 100% Invitrum che evitano completamente le emissioni di formaldeide, oltre a ridurre il raddoppio dei fianchi, basi che sono state inoltre progettate per essere facilmente disassemblate e riutilizzate o riciclate alla fine del ciclo di vita. Nella consapevolezza che una responsabile gestione delle riserve forestali sia fondamentale per la salvaguardia dell'ambiente, Valcucine introduce nelle proprie cucine componenti legnosi provenienti da foreste certificate FSC. Valcucine ha ottenuto la conformità allo standard FSC-STD-40-004 nel 2008, con l'obiettivo finale di produrre modelli di cucina in cui tutte le parti legnose siano di provenienza FSC. I fusti in truciolare Valcucine rispettano oggi in maniera rigorosa i valori limite stabiliti dalla più severa normativa al mondo, la giapponese F ****.
È fondamentale capire quindi che la sostenibilità assoluta non esiste ma esiste invece un percorso profondo di ricerca e attenzione che porta a fare sempre un passo avanti, all'essere appunto innovativi.