ed esempi virtuosi

Siamo stati invitati da Alchema a partecipare al workshop che, tra i primi in Italia, vuole promuovere il concetto che si sta facendo strada in tutto il mondo, un'economia nella quale i prodotti di oggi sono le risorse di domani, in altre parole un'Modelli di impresa sostenibili: la via verso l'economia circolare. Martedì 1 Ottobre, ore 14 – Università Bocconi, .

Leconomia circolare si pone in contrapposizione al tradizionale modello di consumo lineare (in cui tra il 60 e l'80% delle risorse viene sprecato al termine del percorso lineare estrazione-produzione-consumo-rifiuto), questo nuovo modo di concepire i prodotti presuppone un nuovo modo di fare impresa riassumibile con due obiettivi principali:

– risolvere, almeno in parte, il problema dell'approvvigionamento delle materie prime che, come è ovvio, non sono infinite, sono di difficile accesso, hanno costi crescenti e fortemente variabili;

– limitare la produzione di rifiuti da parte del sistema industriale, contribuendo a diminuire i costi economici e ambientali dei processi di smaltimento e innescando un circolo virtuoso in un mondo di risorse finite.

Non si tratta soltanto di un sogno ma di una transizione già in corso, non foss'altro perché secondo stime contenute nel report “Towards the circular economy”, realizzato da McKinsey su commissione della Ellen MacArthur Foundation – l'economia circolare potrebbe permettere ben 630 miliardi di dollari all'anno di risparmi, cifra pari al 23% dell'attuale spesa per le materie prime e a circa il 3,5% del PIL europeo.

Con la sua strategia “Europa 2020”, anche la Commissione Europea intende spingere la transizione verso un'economia più sostenibile e “rigenerativa”, basata su sostanziali e duraturi miglioramenti nell'utilizzo delle risorse. Ma il successo della transizione dipenderà principalmente dall'abilità del settore privato di adottare e sviluppare in modo profittevole nuovi modelli di business.

Segnaliamo inoltre una fonte molto interessante sul tema: the Circular Economy Hub pubblicato nel sito Guardian.

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