Valcucine ed Electrolux con Bioforest, progetto a tutela delle risorgive di Vinchiaruzzo
Che cosa hanno in comune le migliaia di specie di rane della foresta amazzonica ecuadoriana con l'habitat naturale dell'area delle risorgive del Vinchiaruzzo, in comune di Cordenons? È presto detto: entrambi rischiano di scomparire, sotto il peso dello sfruttamento intensivo del territorio e dell'innalzamento della temperatura terrestre dovuto alle emissioni inquinanti di CO2. Una situazione che rende necessaria, prima di tutto, una nuova alleanza fra l'ambiente e l'industria, prima imputata nel processo contro la distruzione delle biodiversità ambientali. Lo sanno bene due importanti aziende del territorio pordenonese, Valcucine ed Electrolux, da anni impegnate in studi per la riduzione dell'impatto ambientale della propria produzione, che, sostenendo i progetti di Bioforest (presentati ieri nella sede di Electrolux), sono diventate di fatto proprietarie di “pezzi” della foresta Otonga in Ecuador al fine di preservarne le eccezionali caratteristiche di biodiversità (un progetto del missionario Giovanni Onore), e sostengono ora anche la tutela dell'area delle risorgive del Vinchiaruzzo, nel Comune di Cordenons. Bioforest – Per la rigenerazione degli ambienti naturali è infatti una associazione nata a Pordenone nel 1996 che si impegna a promuovere soprattutto in ambito industriale la cultura della tutela ambientale. Bioforest ha acquisito 8 ettari di terreni nella zona delle risorgive cordenonesi allo scopo di tutelare un habitat naturale di pregio, dove sono state individuate straordinarie concentrazioni di specie differenti, in stretto rapporto con le contigue aree dei magredi. Una vera e propria “banca biogenetica” che «rischiava di soccombere sotto il peso dello sfruttamento agricolo indiscriminato», ha spiegato ieri Gabriele Centazzo, amministratore delegato di Valcucine nonché presidente di Bioforest . E Centazzo, sul perché un industriale dovrebbe interessarsi di ambiente, ha qualcosa da dire: «Noi non possiamo eliminare del tutto l'impatto ambientale delle nostre aziende, ma possiamo lavorare per ridurlo al minimo. È chiaro che in questo modo i nostri prodotti costeranno di più di quelli, per esempio, cinesi. Ma attraverso un'operazione intelligente di comunicazione noi possiamo far capire ai clienti il valore aggiunto dei nostri prodotti, e che se si acquista un forno cinese si acquista anche un pezzo di inquinamento in più e una speranza in meno per il futuro delle generazioni dopo la nostra». Sull'argomento ambiente-industria è intervenuto ieri anche Gianfranco Schiava, amministratore delegato di Electrolux Zanussi Italia, che ha ricordato la battaglia condotta dalla sua azienda contro la decisione del governo di tagliare, nella finanziaria 2008, gli ecoincentivi per sostituire i vecchi elettrodomestici (ce ne sono 20 milioni in Italia con più di 10 anni) con apparecchi in classe A, che consumano molto meno. «Come azienda stiamo facendo la nostra parte. Ci aspettiamo maggiore impegno sul tema ambientale anche da parte delle Istituzioni», ha detto Schiava. (Fonte: Sabrina Delle Fave – Il Gazzettino)